Qual è il rapporto tra
arte e piante? In effetti, come è stato spesso fatto notare (mi viene in mente,
ad esempio, il botanico Francis Hallé, con il suo “Eloge de la plante”),
noi umani tendiamo a relegare i vegetali a livello di mero paesaggio o scena,
mentre sarà raro trovare una pianta, un albero ad esempio, a farla da protagonista in
un’opera d’arte (forse bisogna aggiungere l'eccezione delle nature morte. In fondo, il fatto che vengano definite "morte" la dice lunga sul ruolo loro riservato).
Certo, gli animali sono molto più vicini a noi, e come tali
sentiti anche psicologicamente. Per contestare questa affermazione, potrebbe
venire in mente il genio di Leonardo, capace di rappresentare con botanico
dettaglio il prato dove l’angelo dell’Annunciazione si inginocchia.
Purtroppo, anche qui, le piante rappresentano
più che altro il “tappeto” della vicenda raffigurata e, al di là di vistose
margherite e simil-campanule, più che di vere specie vegetali sembra trattarsi di
raffigurazioni floreali. Si tratterebbe cioè di un pastiche: i singoli elementi sono veri o verosimili (grazie agli studi di botanica
di Leonardo), ma nell’insieme non è scontato affermare che quella che vediamo è una
specie reale identificabile in maniera univoca,
e non piuttosto una specie immaginata o, forse più correttamente,
idealizzata nei suoi tratti essenziali.
All’opposto, si può citare l’opera
monumentale “The Temple of Flora” (ottocentesca) dove la fedeltà all’originale,
anche nei colori, era spinta ai limiti dell’arte (e delle tecniche di stampa) disponibili all'epoca. In effetti, si
dice, l’opera costò un patrimonio (e la bancarotta) al suo committente, Robert John Thornton.
Però, ecco, i vegetali,
con le loro forme, simmetrie, e modalità di crescita modulare rappresentano
comunque una fonte d’ispirazione artistica. Quindi, se cerchiamo le piante
nell’arte, forse dovremmo cercare non tanto la raffigurazione esatta quanto piuttosto
l’essenza, per così dire, “vegetale” e la sua impronta nell’opera. Anche
nell’architettura. Come non pensare, allora, alla Sagrada Familia di Gaudì, con
le sue colonne, capitelli, con tratti chiaramente vegetali? Su tutt’altra linea, ecco invece l’erbario
immaginario (e immaginifico) di un Luigi Serafini. Ma saranno
vegetali, o esseri pensanti sotto mentite spoglie?
Non esistono però solo
artisti attratti dalla botanica. Anche l’inverso è vero. Al John Innes Centre, i risultati delle ricerche
volte alla comprensione della forma (e dello sviluppo della forma) negli organi
vegetali, sono stati applicati ad un oggetto
potenzialmente “artistico”, quale un vaso, anche grazie all’impiego della stampa
3D. E per finire, ecco un rapido video
che mostra questo “vaso vivente”(molto "vegetale") durante il suo sviluppo.
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